Simbologie della medicina nel portale del Tempio

Il portale è composto di due battenti, le valve, legati simbolicamente tra loro, nella parte superiore, da una palma: la vittoria della fede sulla morte nel suo percorso di sofferenza fisica e morale

Ai lati della lussureggiante vegetazione della palma spiccano due angeli in volo, messaggeri di Dio, con corone d’alloro simbolo della pace che segue una vittoria, ma anche della purificazione e del potere terapeutico stimolante, antisettico e antinfiammatorio dell’essenza.

Ai piedi dell’albero sono raffigurati due eventi biblici:

– a sinistra, il Samaritano che soccorre il viandante ferito tra l’indifferenza dei passanti che transitano poco più a monte. La sofferenza e il dolore vengono leniti dall’amorevole e disinteressata assistenza, la stessa assistenza che presta il medico al paziente sofferente;

– a destra , Lazzaro che risorge a nuova vita con evidente commozione dei suoi familiari. Il miracolo divino assurge a conforto dell’Umanità.
Sottolinea Magrini che a conforto dell’Umanità che soffre v’ha soltanto la presenza di Dio.

Affinché l’opera del medico sia proficua, occorre che avvenga l’interazione tra molteplici fattori. Il medico – e questo lo troviamo nel battente di sinistra per chi guarda – deve:

1. assolutamente e necessariamente possedere una conoscenza ed un’interiorizzazione, serie ed approfondite, del sapere scientifico su cui si fonda la sua preparazione. (La statuetta della Scienza, Scientia Hominum solatium, è impersonata da una figura femminile che ascolta e apprende);

2. saper praticare il sequenziale e prioritario processo d’indagine dell’evento, l’Analisi;

3. saper vivificare le capacità mnemoniche acquisite con lo studio, con la conoscenza e con l’esperienza (la Memoria, colei che fa tesoro di quanto appreso attraverso lo studio, è qui rappresentata da una giovane donna che si appoggia ad una pila di libri).
Scienza, Analisi e Memoria sono i fattori indispensabili per la formazione del medico.

Sotto alle allegorie sono rappresentati i supporti della medicina antica: la triaca o teriaca, un prodotto farmacologico composto di un innumerevole numero di ingredienti tra cui carne di vipera, elemento essenziale e poi, rose rosse, cannella, mirra, incenso, pepe, oppio, genziana, anice, valeriana, sangue di tartaruga, caglio di daino, vino, miele, considerato per lungo tempo, una panacea, per tutti i mali, da antidoto a rimedio per cefalea, vertigini, asma, tosse, coliche, dolori artritici, linfatismo:

– il rospo, un animale da cui trarre un medicamento – secondo Enrico Magrini – utile nella cura del cancro. Numerose sono, nella medicina antica, le qualità terapeutiche attribuite al rospo.

CURIOSITA’

Secondo Dioscoride, la cenere di tre rospi bruciati vivi, mescolata a pece liquida o a miele guarirebbe dall’alopecia;
il medico greco Sallustio Dionisio raccomanda di sospendere dei rospi per le zampe posteriori in modo che l’umore interno coli dalla bocca in un vaso di aceto bollente: così si ottiene un liquido che rafforzerebbe i denti vacillanti;
per Plinio il Vecchio, il fegato o il cuore di un rospo avvolto in una stoffa di color cinerino sarebbe un ottimo amuleto contro la febbre quartana.
E secondo i medici del Cinquecento e dell’età Barocca, la cenere di rospo, sospesa al collo di una donna dai flussi mestruali irregolari, ne ristabilirebbe la normalità.
Questa polvere miracolosa arresterebbe le emorragie, guarirebbe dall’incontinenza dell’urina, bevuta, guarirebbe dall’idropisia; cosparsa sulla parte offesa da un morso avvelenato, succhierebbe il veleno; applicata alle piante dei piedi, sarebbe un rimedio contro le febbri e i disturbi cardiaci.
E infine la sua pelle, disseccata e applicata sulla carne di un appestato, attrarrebbe a sé il morbo pestilenziale. la giraffa di cui è apprezzato il latte;

– la mandragora, pianta ricercatissima per sopire il dolore;

– il cervo di cui si utilizzano come medicamento le corna, il midollo e la carne che fa passare la febbre;

– la serpe, ingrediente indispensabile per ogni farmaco che si rispetti, utile anche come rimedio per la calvizie, per l’ittero dei bambini, per le infiammazioni di pelle e gola. Il serpente è anche simbolo dell’arte farmaceutica.

Nella zona del silenzio, posta di fianco al Tempio, è cementato, su un arco del portico, un ovale di marmo, un tempo decoro dell’arengario, in cui è raffigurata una croce attorno alla quale si attorciglia la coda di un serpente intento a bere da una coppa, simbolo della “Farmaceuti Italia”, la società chimico-farmaceutica che ha elargito somme cospicue a favore del Tempio.

Nelle colonne sottostanti sono rappresentate le specialità della medicina:

  • la medicina generale ( il medico in atteggiamento di allontanare da una supplice, con gesto ieratico, la morte che vorrebbe ghermirla)
  • l’oculistica (il medico è intento a conservare il supremo dono della vista)
  • l’otoiatra (il medico analizza l’udito del paziente)
  • l’odontoiatra (il medico sta compiendo un’avulsione dentaria)
  • la batteriologia (tra microbi, fermenti e muffe va cercando il medico nuove risorse terapeutiche)
  • la chirurgia (il chirurgo sta liberando il paziente dalla “materia peccans”
  • la dermatologia, Job (il povero Giobbe – emblema vivente di ogni sofferenza – seduto su poca paglia, sopporta con esemplare rassegnazione i patimenti materiali e morali dell’isolamento cui venivano sottoposti i malati fuggiti da tutti)
  • la neurologia (il neurologo sta applicando l’elettroshock ad uno schizofrenico per provocare una remissione dei sintomi)
  • la medicina militare (un medico accoglie e soccorre un soldato ferito)
  • l’ostetricia (una donna ha appena partorito con l’aiuto di una ostetrica. La spiga, che la sovrasta, è un augurio di abbondanza e di fecondità)
  • la pediatria (un bimbo dorme tranquillo su un tappeto d’erba, vegliato da fiori di camomilla, che gli assicurano un sonno rilassante e di fiordaliso che mantengono efficiente il suo destino)
  • la fitoterapia che può essere considerata il primo tipo di terapia da cui si sono poi sviluppate le altre; si è fatto e si fa ricorso alle sostanze vegetali soprattutto nell’autocura domestica, anche affiancandole alle medicine di sintesi.

Tra le erbe rappresentate sono riconoscibili la primula che ha proprietà antispasmodiche e calmanti, e il cardo che possiede principi attivi ed efficaci per l’apparato cardio- vascolare.
Una conchiglia, simbolo di rinascita, è scolpita sotto ad ognuna delle sei allegorie.

Nelle due parti dello zoccolo del portale sono racchiusi due medaglioni: a sinistra una madre in pianto, a destra tre putti che allontanano la nube dei morbi deleteri. Questo gesto vuole essere l’augurio di poter giungere al completo benessere della stirpe attraverso una saggia prevenzione. Il motto “Arcent” (tengono lontano) spiega il concetto cui si è ispirato l’autore.

Il portale, fuso presso la Fonderia d’arte Battaglia di Milano con un costo di un milione di lire e inaugurato il 2 luglio 1950, dopo il furto sacrilego di tre statuette perpetrato nel 2004, speriamo possa ritrovare presto il suo antico splendore.